Monitorare la deforestazione e prevedere le eruzioni vulcaniche dallo spazio: la missione di e-Geos

Monitorare la deforestazione e prevedere le eruzioni vulcaniche dallo spazio: la missione di e-Geos

Monitorare la deforestazione e prevedere le eruzioni vulcaniche dallo spazio: la missione di e-Geos


Una riflessione che, nemmeno troppo fra le righe, evoca scenari poco rassicuranti, come il progressivo acuirsi di tensioni terrestri anche oltre l’atmosfera del Pianeta. “Piaccia o no – commenta Minciacchi – oggi la sicurezza e la dimensione strategica sono più rilevanti di prima. Lo spazio è un ambito competitivo, un dominio in cui la sovranità diventerà un elemento fondamentale. È uno scenario geopolitico che ci porteremo dietro per molto tempo e con l’unica nota positiva di non essere ammissibile quando si tratti di missioni ad alto contenuto scientifico come l’esplorazione dello spazio“.

Una natura duale, per usare il gergo che permette di parlare di militarizzazione spaziale e, insieme, dei grandi benefici che le infrastrutture orbitanti promettono. “Lo ricordano la nostra storia e il nostro dna aziendale: lavoriamo su commesse e servizi strettamente legati alla sostenibilità del Pianeta conferma Minciacchi -. Di recente, per esempio, abbiamo completato lo sviluppo di una nuova tecnologia che, grazie ai dati radar, permette l’analisi della deforestazione in aree che non possono beneficiare di satelliti ottici. Il servizio è già in uso presso la nostra filiale latino-americana, proprio per monitorare la foresta amazzonica e per segnalare i casi di disboscamento che sfuggano alle autorità locali. Quello che ci chiede il futuro sarà non solo analizzare e monitorare la deforestazione, l’attività vulcanica o gli incendi, ma produrre una modellistica più completa, che permetta previsioni. L’obbiettivo è intervenire a monte, non a valle. Nell’ambito di Copernicus e del nostro impegno nell’Emergency Management Service per la Commissione europea da più di dieci anni forniamo mappe a supporto delle protezioni civili che si trovano a fronteggiare le emergenze e oggi siamo in prima linea per dare informazioni utili alla gestione dei disastri avvenuti in Turchia, Libia e Marocco”.

Un’immagine ottica del deserto di Atacama, in Cile, ripresa dal satellite Landasat-9 (Immagine USGS processata da e-Geos)

Inevitabile che dalle promesse di un futuro migliore si passi al presente e alle condizioni di lavoro in azienda, con una attenzione particolare al gender gap piuttosto tipico nel settore spaziale. “La presidenza del nostro consiglio di amministrazione è nelle mani di Maria Fabrizia Buongiorno, una donna di eccezionale e lunga esperienza – dice Minciacchi -. La nostra cfo [direttrice finanziaria, ndr] è Arianna Ciccolella, la gestione e l’organizzazione delle risorse umane rispondono a Marta di Santo, la comunicazione è coordinata da Catia Rispoli; Cecilia Sciarretta è a capo della Ricerca e dello sviluppo dell’azienda, mentre il risk management dipende da Elisabetta Nori. È una presenza femminile nei ruoli di vertice che non può non rendermi orgoglioso, cui si affianca, nelle posizioni non apicali, una crescita del personale, con l’inserimento anche di giovani leve iniziato fra il 2021 e il 2022 e tuttora in corso. Non dimentichiamo che il ruolo di e-Geos è quello di una grande azienda a partecipazione pubblica che, come tale, punta ad avere un primato anche nell’ampiezza del proprio personale rispetto agli altri soggetti del mercato. Aggreghiamo persone e profili differenti sotto tutti i punti di vista, dal genere alla competenza fino alla provenienza geografica”.

Il Centro spaziale di Matera, fiore all’occhiello operativo di e-Geos (Foto: e-Geos/Asi)

Cosa ci riserva il futuro

Difficile però non notare come un certo ottimismo strida rispetto a una congiuntura che vede l’Europa sempre meno centrale. Basterebbe pensare alla momentanea mancanza europea di accesso autonomo allo spazio causata dai ritardi del nuovo lanciatore pesante, l’Ariane 6, e dal momentaneo stop del vettore leggero Vega C. Una situazione per di più aggravata dall’interruzione dei rapporti con la Russia, cui si deve l’impossibilità di ricorrere ai suoi asset. “Mi limito a una valutazione economico-industriale – ribatte Minciacchi –. l’Europa sta già procedendo a una revisione strategica. Al di là dell’Atlantico le principali aziende spaziali hanno agito come sta facendo e-Geos, hanno cioè supportato una filiera di aziende più piccole in modo che attraverso il prime contractor stabilissero un rapporto forte con le articolazioni del governo statunitense. Sono molte le compagnie cresciute attraverso il supporto e gli incentivi pubblici, SpaceX in primis. In Europa ci si è sempre orientati a un mercato aperto a realtà internazionali, con una grande competizione ma altrettanta frammentazione. Oggi il mondo sta cambiando: si valutano programmi strategici di lunga durata e in settori diversi, perché, come detto, la sovranità ha un’importanza crescente”.

È una risposta che sembra voler deviare la questione della crisi europea. “Al contrario – ribatte Minciacchi – confermo di essere ottimista, in particolare se penso all’intuizione strategica italiana: i fondi del Pnrr dedicati allo spazio costituiscono una grande operazione di sistema, peraltro non basata solo sulla competenza delle nostre industrie di settore. È una visione, direi, ‘programmatica’, come conferma il programma Iride, i cui investimenti contribuiranno proprio a fare sistema”. Adesso dobbiamo trovare la forza e la capacità di esportare quello che facciamo. Mi si conceda il gioco di parole: c’è spazio per fare di più, molto di più”.



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di Emilio Cozzi www.wired.it 2023-10-02 04:30:00 ,

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